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martedì 17 ottobre 2017

Recensione Narrativa: IL MISTERO DELLA SCELTA di Robert W. Chambers.




Autore: Robert W. Chambers.
Anno: 1897.
Genere: Antologia Fantastico.
Editore: Edizioni Hypnos, 2011.
Pagine: 290.
Prezzo: 24,90 euro.

A cura di Matteo Mancini.
Due anni dopo il celeberrimo The King in Yellow (1895), famoso per aver dato lo spunto a Lovecraft per l'ideazione del Necronomicon, il newyorkese Robert William Chambers da alle stampe la sua terza antologia di racconti fantastici, probabilmente la meno riuscita. Pubblicata a New York, The Mistery of Choice è stata distribuita per la prima volta in Italia solo nel 2011 per merito della piccola Edizioni Hypnos di Andrea Vaccaro.
Si tratta di una raccolta di sette racconti di genere, per lo più, fantastico, con contaminazioni poliziesche a sfondo naturalistico, impreziosita da una serie di componimenti poetici.
Più ancora che ne Il Re in Giallo, emerge la forte componente romantica di Chambers, il quale da ampio spazio a una visione, se vogliamo, moralista, tutta incentrata sul ruolo della famiglia vista quale baluardo eretto contro ogni avversità, ivi comprese quelle di stampo paranormale. Giuseppe Lippi ha parlato per ciò di "Amore matrimoniale quale fermo contraltare delle potenze oscure, secondo la morale vittoriana che vede nella moglie e nel marito i nemici giurati dell'instabilità sociale, i guardiani della salute pubblica, i persecutori del vizio."
Lo scrittore americano diverge poi da molti suoi colleghi di settore per un ottimismo di fondo che trapela da ogni narrazione, anche quando i fatti sembrano volgere al peggio. Il male non vince, viene piegato, ridimensionato, così come gli assassini vengono scoperti e assicurati alla giustizia. Alla fine arriva sempre la pace e la conquista dell'amore.
Lo stile è molto melodioso, anche troppo, al punto da risultare penalizzante per il ritmo. Chambers dimostra di avere gran passione per le descrizioni naturalistiche, pittura a parole dei veri e propri quadri in cui insetti, vegetazione, mare e vento diventano elementi aggiuntivi a corredo delle sorti dei vari protagonisti. In un racconto, Pompe Funebre, sono proprio gli animaletti e le vicende giornaliere del bosco ad assurgere al rango di protagonisti. Chambers si rivela bravissimo a trasformare in narrativa quella che pare essere una fotografia dinamicizzata che immortala i processi di vita e di morte di insetti e farfalle. Una quadro in cui la morte dona la vita (ancora il punto di vista ottimista e positivo).
Un altro difetto, a mio avviso, è l'esagerato indugiare sulle situazioni amorose, spesso mielose, portate troppo per le lunghe fino a risultare non un qualcosa di caratterizzante bensì di principale e stucchevole, col fantastico che finisce per essere mero pretesto di narrazione ridotto a un qualcosa che sta al margine della vicenda. Ne è un esempio calzante Un Argomento d'Interesse, in cui la caccia a una fantomatica creatura preistorica (il fantasioso Termosauro) si riduce alle ultime sei pagine di un racconto di circa 60. Un racconto, quest'ultimo, che ha il merito di anticipare Il Mondo Perduto di Doyle, ma che è assai meno omogeneo (a livello di ritmo) e non privo di vuoti narrativi dovuti alla presenza di creature di valenza criptozoologica che si materializzano e scompaiono nel nulla. Poco comprensibile anche la verve ironica rappresentata da un collaboratore affetto da una bizzarra forma di compulsivismo: incolla per divertimento annunci pubblicitari perché è convinto di rendere più estetico e colorato l'ambiente (!?). Umorismo poco calibrato e nun funzionale al narrato. Peccato perché in questa storia Chambers tratteggia una lotta tra i vari mostri di sicuro impatto, purtroppo però non supportata dal resto, a delineare un racconto delle lunghe attese. 

Assai più incisivi, ma tutt'altro che memorabili (per la portata innovatrice), L'Imperatore Viola e Il Messaggero. Si tratta di due racconti che, uniti a Pompe Funebre, costituiscono una trilogia di storie che costituiscono un mini ciclo ambientato in Bretagna, alle porte della città di Quimper, con medesimi personaggi. Nel primo racconto si assiste a una faida tra due collezionisti di farfalle (vero e proprio leit motiv di tutta l'antologia, in quasi tutti i racconti Chambers propone una diversa farfalla a vario titolo citata) che si sfidano a chi ha la collezione più bella fino a giungere a uccidersi per il primato. Bello l'epilogo con doppio colpo di scena e Chambers che risolve il tutto grazie a una trovata alla Edgar Allan Poe (per l'epoca bell'idea).
Il Messaggero è l'unico vero racconto del terrore del lotto. Chambers riduce la componente romantica, comunque presente, e intesse una storia di maledizioni e di vendette che vengon da lontano e che hanno in un prete nero ritornante (sotto forma ectoplasmatica) il catalizzatore finale. Bella l'atmosfera e la grandguignolesca soluzione che pone termine al tutto.

Ne L'Ombra Bianca un giovane caduto in coma vive in sogno una vita parallela, incentrata ovviamente sull'amore per una cugina, venendo poi rapito sul più bello dai dottori che lo riportano in vita, cancellando il menzognero vissuto. Nella fattispecie Chambers gioca sul modo di dire secondo il quale, nell'ultimo secondo di vita, un uomo rivive tutta la propria vita passata  per modificarlo spostando dal passato al futuro le ultime elucubrazioni mentali. "In quell'anima il magico secondo brilla e indugia, dilatandosi fino a trasformarsi in minuti, ore, giorni; si, giorni e giorni, finché, se la magia resiste, anni tranquilli si accumulano l'uno dopo l'altro; eppure si tratta solo di un secondo: di quel momento magico che venne a me e fu preso dal vortice della mia vita mentre cadevo, precipitando giù, tra cielo e terra."
Bello per il contesto ambientale, uno specchio di mare tempestoso e nebbioso, il breve Passeur dove un vecchio, convinto di sentire la voce dell'amata donna perduta, viene traghettato sull'altra sponda da un uomo che in realtà è emblema della morte. Chambers trasforma così il trapasso donando a esso un significato ottimista, rappresentato dal richiamo dell'amore perduto pronto a ripresentarsi per riprendere quanto è stato interrotto in vita.
Parte bene L'Isola del Dolore con un uomo che sfugge da un'esecuzione e si nasconde, stile Robinson Crusoe, in un'isola incontaminata dove scopre una donzella che lo renderà padre. Forzata la conclusione.
Da notare il tema dell'ombra bianca che ritorna in più racconti, ivi comrpeso in quest'ultimo (ma anche ne L'Ombra Bianca e Pompe Funebre), a simboleggiare una vita in sospeso destinata a imminente morte.

Mi congedo da questa antologia di Chambers, un po' deludente in verità, per sottolineare il grandissimo romanticismo messo al servizio di storie dotate di un forte gusto per il macabro, ma che si rivelano molto moraliste, con descrizioni caratterizzate da un tocco poetico che sfiora il pittorico, e prive di risvolti filosofici e/o esoterici (chiavi di lettura ridotte). Un Chambers in formato Dario Argento, mi verrebbe da dire, per il suo portare in scena falene, farfalle e scarabei e farli diventare i protagonisti che svelano delitti o li anticipano o che, ancora, giungono a dare inizio a processi di putrefazione o a introdurre entità malefiche (si veda la farfalla Sfinge Testa di Moro ne Il Messaggero). The Mystery of Choice mostra però anche un Chambers che "mena fin troppo il can per l'aia", diluendo oltre il lecito storie che potevano esser trattate con maggiore senso del ritmo e dell'azione. 
Antologia non consigliata ai lettori medi (c'è molto di meglio), indicata solo, a mio avviso, ai fanatici di fantastico e ai collezionisti quale completamento di un autore che deve la sua fortuna (in Italia) al solo Il Re in Giallo (antologia di ben altro spessore rispetto a questa). Si può tralasciare.

Robert W. Chambers.

"La morte dovrebbe esser benvenuta per coloro che amano Dio."

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