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lunedì 10 aprile 2017

Recensione Narrativa: LA SCHIAVA DI FU MANCHU di Sax Rohmer.



Autore: Sax Rohmer.
Titolo Originale: The Bride of Fu Manchu.
Anno: 1933.
Genere: Spionistico fantastico con venature sci-fi.
Editore: Sugar Editore, Milano, 1966..
Pagine: 240.

Commento a cura di Matteo Mancini.
Il destino gioca spesso dei tiri mancini“ esordisce lo splendido volume “I MAESTRI DELLA LETTERATURA FANTASTICA“ dell'Edipem alla pagina dedicata a Sax Rohmer e l'espressione è quanto mai appropriata per questo autore, non tanto per il fatto che il suo principale personaggio, il geniale Fu Manchu, è un'abbreviazione di “mancini“ piuttosto per il fatto che si tratta di uno degli autori più ingiustamente bistrattati nel panorama letterario italiano. Se infatti cercate in molti testi di saggistica dedicati alla narrativa fantastica troverete, quando va bene, meramente accennato il nome Sax Rohmer, e solo occasionalmente trattato. Ne sono una testimonianza i pur completi volumi Odoya dedicati alla narrativa sia Horror che Fantastica che Esoterica o il Dizionario dell'Orrore di Gianni Pilo, testi in cui Rohmer non viene trattato (spesso e volentieri nemmeno indicato). Ciò è davvero un'ingiustizia, siamo al cospetto di un maestro nel panorama fantastico e, per certi versi, della narrativa del terrore versante paranormale. E' davvero incredibile che gli unici cenni che gli vengon dedicati, in Italia, siano riferiti all'adesione, in compagnia di nomi di colleghi più famosi, alla società segreta della Golden Dawn. Ciò è la conseguenza della quasi esclusiva pubblicazione, nella nostra penisola, dell'opera di Rohmer legata al celebre personaggio originario della manciuria e ad alcuni gialli, tanto che lo scrittore viene considerato uno specialista del giallo o della spy story. Niente di più sbagliato, a nostro avviso.

Nato il giorno dopo San Valentino del 1883, come Arthur H. Ward, in quel di Birmingham, cresce in un'umile famiglia di origini irlandesi. Non è uno studente modello, eppure ha la passione per la lettura che lo conduce verso testi di occultismo e discipline orientali, specie quelle legate all'antico Egitto. A differenza di molti suoi colleghi, non vanta un illustre percorso di studi ma sviluppa una cultura da autodidatta che lo porta a scrivere inizialmente per ragioni alimentari. Debutta in tale veste a ventuno anni con la pubblicazione su un periodico di un racconto breve di genere fantastico, che va sotto il titolo di The Mysterious Mummy, seguito, sette anni dopo, dalla novella Pause data alle stampe in forma anonima. Le passioni per l'occultismo e le discipline magiche gli costan però care. Grosso sperimentatore, più che sulla carta stampata nel mondo reale, si fa assumere in una banca, ma poi non si trattiene dal mettere in pratica i propri studi: ipnotizza un collega, ma lo scherzo viene visto con sospetto e timore. La scelta è immediata: licenziato in tronco. Poco male, ripiega allora come dipendente di una società di distribuzione di gas prima di trovare una più pertinente occupazione in qualità di reporter sul settimanale Commercial Intelligence. L'istrionismo e soprattutto le doti eclettiche non tardono a metterlo in luce. Il giovane Ward fa tutto: scrive canzoni, articoli di argomenti più disparati ivi compresa la sociologia (celebre un suo reportage sul quartiere cinese di Londra, che sarà poi fondamentale per aprirgli la via al suo famoso personaggio), sketch comici, soggetti per commedie musicali, inventa addirittura un profumo e si fa ingaggiare quale attore teatrale. Ward è però anche un avventuriero che non teme niente e nessuno e che vaga nei quartieri malfamati alla caccia del fantomatico Mister King (il boss del quartiere cinese di Londra). Un vero e proprio tuttofare che finisce persino per infiltrarsi in una delle più potenti società segrete di stampo esoterico dell'epoca (la Golden Dawn) oltre che in numerose altre, sembra persino legate all'ambiente dei Rosa Croce. Ward è un vero e proprio prezzemolo che sta bene ovunque, ma non è un abile gestore dei propri fondi. Spende e spande, gioca in borsa, fa investimenti sbagliati, gli piaccion le donne e non viene neppur frenato dall'appariscente Rose E. Knox che sposa in giovane età. Ward ha molteplici amanti, scrive lettere appassionate e le lascia in bellavista tanto che la moglie lo scopre spesso e volentieri, ma è sempre pronta a perdonarlo. Ward, che a trent'anni sceglie di chiamarsi Sax Rohmer, è affabile e ha un fisico che piace al gestil sesso, per lui è facile fare conquiste. Ha uno stile di vita dispendioso e questo lo porta ad avere debiti perenni. Nel 1912 pubblica il primo di tredici romanzi (solo sette tradotti in italiano), e otto novelle, che vede per protagonista Fu Manchu, il pericolo giallo incarnato in un sol uomo“, ed è successo immediato. La serie, che prende avvio con The Mystery of Doctor Fu Manchu, da sfoggio di uno stile semplice, accessibile anche a un pubblico medio basso, e tratta temi fantastici (quale alchimia, ipnotismo, illusionismo) con venature fantascientifiche e spionistiche, piuttosto che esoteriche o criptiche, ma soprattutto con un'intelaiatura poliziesca che sembra esser stata ispirata, seppur poi molto diversa per sviluppo e temi, dal Lupin di Leblanc. Fu Manchu infatti è un personaggio che rappresenta il male e il crimine ma, nonostante questo, è il vero e proprio protagonista dell'opera di Rohmer, pur se perseguitato in ogni avventura dal brillante rappresentante di Scotland Yard, Denis Nayland Smith, che riesce sempre a intralciarlo e a fargli saltare i piani. A differenza di Lupin non cerca un tornaconto personale, il suo è un fine (a suo modo) nobile: si rende promotore di una battaglia politico-culturale finalizzata a determinare la caduta del mondo occidentale in favore della Cina. Un personaggio che, cambiando alcune caratteristiche, potrebbe sembrare assai di moda anche al mondo di oggi, spostando l'etnia sul versante arabo (di cui Fu Manchu è un estimatore, peraltro). Egli infatti non è un lupo solitario, ma il terminale di una vera e propria organizzazione terroristica che va sotto il nome di “Si Fan“ e che vuol rovesciare il mondo, lavorando persino sul versante finanziario e favorendo il dissesto e l'incertezza negli investimenti. Per quegli anni si tratta di un canovaccio assai pionieristico che viene subito premiato dal pubblico, grazie anche al taglio stilistico molto commerciale e veloce, scelta che garantisce introiti e che finisce subito con il calamitare le attenzioni delle radio, dei fumetti ma sopratutto delle produzioni cinematografiche che non tarderanno ad acquistare i diritti per trasporre sui teleschermi i vari romanzi (il primo film, The Queen of Hearts, esce nel 1923 per la regia di Lyons). Celebri al riguardo le interpretazioni di Christopher Lee e di Boris Karloff, nei panni del genio del crimine, per un totale di circa sedici film, i primi sette girati tra il 1923 e il 1931. Da notare poi che il personaggio ha ispirato moltissimi altri personaggi, tra questi il Doctor No della famosa serie 007 – James Bond, che l'autore Ian Fleming ha sempre riferito esser stato costruito sul personaggio di Fu Manchu; da qui la frase lancio: “James Bond non sarebbe mai riuscito a sconfiggere Fu Manchu!“
Due anni dopo l'uscita del primo volume della fortunata serie, Rohmer da alle stampe un volume dedicato all'occultismo e alla magia (sembra in omaggio all'amico Harry Houdini), The Romance of Sorcery, passione che lo accompagnerà sempre e che lo porterà a scrivere molti horror soprannaturali e alcuni romanzi weird (purtroppo quasi tutti inediti in Italia) legati agli archetipi di questo particolare settore della narrativa. Tra questi si ricorda il racconto Lord of the Jackals (1917) pubbicato nel 1927 sulla leggendaria rivista weird tales (unica apparizione di Rohmer), Breath of Allah (pubblicato nell'antologia Maghi e Magia, Edizioni Mediterranee) e Brood of the Witch Queen da molti considerato il suo capolavoro.
Un altro personaggio forte, ideato nella parte terminale di carriera, è quello di Sumuru (protagonista di cinque romanzi), una sorta di proiezione di Fu Manchu in chiave femminile, con forte connotazione erotica e con alle calcagna, questa volta, un agente dell'FBI.
Da rispolverare e riproporre inoltre, spero che l'Hypnos accolga questa mia richiesta, il detective dell'occulto Moris Klaw, che indaga avvalendosi dei forti poteri chiaroveggenti prendendo contatto con gli oggetti delle vittime di crimini e visitando le scene dei delitti per poi ricevere nel sonno le soluzioni dei vari casi.

Vive la parte terminale della propria esistenza negli Stati Uniti dove emigra, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, passando a miglior vita nel 1959 nello stato di New York a causa, a proposito di “tiri mancini“, di un'epidemia di influenza asiatica. Destino quanto mai beffardo per chi ha sempre parlato dell'influenza cinese come pericolo costante per il mondo occidentale. L'anno prima, la moglie, pubblica il romanzo giallo Bianca in Black firmandolo Elizabeth Sax Rohmer.
Una curiosità legata a questo scrittore è costituita dal fatto che fu inspiegabilmente censurato in modo totale nella Germania nazista, dove la produzione firmata Sax Rohmer era del tutto bandita. Lui, da buon inglese (dato che la sua opera parla in via prioritaria di congiure messe in atto da un genio del male per la conquista del mondo, sfruttando il lavoro di scienziati pazzi che fanno esperimenti di ogni tipo finalizzati a trovare la via per piegare le nazioni nemiche), non perdeva occasone per lamentarsi in modo alquanto umoristico: "Non capisco questo fatto... in fondo, la mia opera, mica attacca il regime di Hitler...!


L'autore SAX ROHMER

The Bride of Fu Manchu è il sesto capitolo della saga del famoso criminale cinese nato dalla penna di Sax Rohmer. Uscito nel 1933, è ambientato in Francia, sulla Costa Azzurra e più precisamente nella città di Nizza. Fu Manchu sta architettando, con l'ausilio di un poule di scienziati riportati in vita dopo la loro morte, di sferrare un duro attacco all'Europa con il ricorso a un'arma battereologica atipica. Ha infatti allevato, in una sterminabile serra allestita all'interno di un ex monastero trasformato in un vero e proprio labirinto con futuristici sistemi di difesa (da porte che calano dall'alto e mattonelle elettrificate), un ibrido di mosca tse tse il cui pinzo provoca la morte immediata dei contaminati. Il dotter Petrie, giunto dall'Inghilterra, è l'unico che sembra aver trovato l'antidoto, la c.d. Formula 654, e per questo finisce preda della manovalanza del dottore (dei sicari asiatici), intenzionato a eliminare chiunque ostacoli i suoi piani di conquista. Fu Manchu però non si limita a uccidere il bravo scienziato, ma cerca di indurlo in uno stato di morte apparente per poi rapirlo e assoggettarlo alla propria volontà col fine di annetterlo alla propria squadra di scienziati. A intralciare i piani però interviene, da Londra, il solito Nayland Smith che andrà a supportare il protagonista positivo del romanzo ovvero il botanico Alan Serling. I due riusciranno a far uscire all'aperto il cinese, a liberare il vecchio monastero e a far venire alla luce le ricerche contrarie a ogni forma di etica ordinate dal dottore cinese fino a implicare esperiementi su ibridi umani. Ma il vecchio Fu Manchu, che pare depositario del massimo segreto alchemico che ha nell'Elisir di lunga vita (nella fattispecie estratto da un'orchidea birmana) il suo massimo livello di conoscenza, ha in serbo una serie di trucchi da illusionista che gli permetteranno, dopo l'arresto, di scappare sotto il naso alle autorità francesi per compiere altre imprese che saranno narrate nei successivi capitoli della saga.

Romanzo dunque di mero ed esclusivo intrattenimento, forse un po' datato per trattare temi successivamente abusati ma all'epoca, probabilmente, appena accennati. Si parla di mutazioni genetiche e di virus pestilenziali costruiti in laboratorio e di cui si fanno portatori gli insetti. Evidente la contaminazione dei generi, dall'avventura alla sci-fi, passando per il giallo e, soprattutto, lo spionistico e l'esoterico (grande ruolo esercitato dall'ipnosi e dal controllo mentale). Bella la caratterizzazione della fortezza francese che costituisce il quartier generale di Fu Manchu, una costruzione piena zeppa di trabocchetti e insidie con una conformazione labirintica che spiazza i protagonisti, tra fumi di oppio e sieri più o meno funzionali a ridurre la capacità di intendere e di volere. Prosegue poi la caratterizzazione diabolica e, al contempo geniale, del “satanico“ Fu Manchu. Lo vediamo comunicare con i suoi uomini grazie a degli orologi che trasmettono messaggi cifrati in alfabeto morse. Rohmer sottolinea l'entità malvagia del dottore associandogli una scimmia che lo segue in ogni dove. Un personaggio pazzesco, colto e raffinato, che cerca addirittura di organizzare incroci particolari per avere una prole selezionata che possa garantire futuro alla propria dinastia e che, per questo, fa rapire una giovane destinata a divenire sua riproduttrice in età adulta.

Lo stile adottato dall'autore è veloce, leggero, molto moderno per l'epoca e perfettamente adatto a una lettura da sotto l'ombrellone nelle torride estati. Niente a che vedere con testi metaforici o simbolici, che richiedono studio o particolare attenzione. La struttura è elementare, senza fronzoli, va subito al nocciolo con ampio ricorso a dialoghi e frasi brevi e concise. Ne esce fuori un'opera di completamento, non certo prioritaria, per giunta letta da pochissimi, ma comunque gradevole (nulla più).

Nel 1966 Don Sharp ha adattato (insieme al produttore Harry Alan Towers), con qualche libertà narrativa, il romanzo per la realizzazione della sceneggiatura del film (misconosciuto) Il Giorno dei Fazzoletti Rossi con Christopher Lee nei panni di Fu Manchu. Il successo, crediamo di poter dire, non è stato interplanetario. 

La locandina del film estratto dal romanzo.


Non esiste progresso umano senza selezione... L'Est è cresciuto in sapienza, mentre l'occidente non ha fatto altro che costruire macchine..“

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