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martedì 15 marzo 2016

Intervista a Roberto Albanesi regista de NON NUOTATE IN QUEL FIUME




Articolo intervista  a cura di Matteo Mancini
Abbiamo il piacere di ospitare un vecchio amico del blog, già più volte presentato e intervistato da queste parti dove abbiamo tenuto a battesimo il suo debutto e la sua progressiva e crescente evoluzione artistica.
Stiamo parlando di ROBERTO ALBANESI, filmaker classe 1986 di Casalpusterlengo, che si definisce un auto-didatta con la passione sfrenata per il cinema di genere.  Una presentazione, così detta, che potrebbe far pensare a uno dei tanti appassionati del fine settimana o del ritaglio di tempo libero, ma che vanta menzione sul portale internazionale di imdb.com dove vi compare in virtù del salto di qualità avvenuto nel 2013 con il film a episodi The Pyramid, autoprodotto, tra gli altri, dal volpone Alex Visani. Un'opera che ha fatto schizzare il nome della New Old Story FIlm (nome della casa di produzione fondata da Albanesi) nel mondo underground italiano, che da sempre snobba certi prodotti (vale anche per la narrativa), ma soprattutto sul mercato giapponese, canadese e americano dove il film è stato distribuito e venduto. Una soddisfazione, quest'ultima, non di poco conto, per una squadra auto-didatta. Prodotto quest'ultimo preceduto da una serie di cortometraggi minori, non menzionati su imdb.com, ma di cui Roberto ci ha svelato i retroscena in più di un'occasione e di cui abbiam avuto modo di parlare. Ricordiamo e rinviamo a quanto pubblicato qua su queste pagine relativamente a Happy Birthday, Diesis e Happy Easter, caratterizzati da un'evolutiva crescita di tutto lo storico cast tecnico e artistico (Simone Chiesa su tutti) della New Old Story, esaltata dai riconoscimenti ricevuti al Reign of Horror Film Festival. 

Premesso quanto sopra veniamo a questa nuova fatica, ovvero il debutto di Roberto Albanesi alla direzione di un lungometraggio. Il nostro amico ci presenta un horror di circa 70 minuti dal titolo che omaggia i cari e rimpianti anni '70: Non Nuotate in quel Fiume. Palese l'omaggio iniziale a Tobe Hooper e al suo Non Aprite quella Porta, ma con risvolti che fanno pensare persino al cult movie L'Occhio nel Triangolo. L'atmosfera che pervade l'opera sembra quella dei famosi Grindhouse rievocati da Tarantino e Rodriguez, in particolare salta alla mente il trailer fake intitolato Don't.
La trama si muove sul canovaccio tracciato dall'attuale Lo Chiamavano Jeeg Robot con un trio di manigoldi che sono braccati e che devono consegnare una valigetta a un boss sarcastico, ma crudele. Il luogo della consegna viene individuato attorno a un fiume, un fiume nel quale si nascondono strane entità umanoidi... 

1.  Dopo questa dovuta introduzione, passiamo a salutare Roberto dandogli il benvenuto su questa pagina. Innanzi tutto ci complimentiamo con la New Old Story Film per i successi ottenuti con The Pyramid e col successivo progetto antologico che l'ha vista coinvolta. Abbiam parlato qualche anno fa di The Pyramid, cosa ci puoi dire invece di questo secondo progetto antologico?

R.A: Prima di tutto, grazie Matteo per l'ospitalità che mi riservi sempre sul tuo Blog, a cui sono parecchio legato."CATACOMBA" è un progetto di Lorenzo Lepori, che mi ha voluto fortemente come regista/sceneggiatiore (e la NOS Film come società co-produttrice) dell'episodione che fa da cornice ai 4 episodi (tutti diretti da Lorenzo) che compongono il film. Il film è scritto a 6 mani da Lepori, Antonio Tentori e dal sottoscritto. E' un omaggio ai fumetti degli anni 70 e 80, tutti pensati e realizzati da italiani. C'è parecchio sangue... parecchio sesso... e molta ironia. A breve daremo una bella notizia su "Catacomba"


2. Ricordo che la precedente volta parlammo dell'acquisto da parte dei distributori americani di The Pyramid. Come si è comportato il film da un punto di vista commerciale? Che tipo di contatti hai avuto con critici e distributori stranieri? Hai avuto la stessa accoglienza anche in Italia, ed è cambiato qualcosa rispetto a un paio di anni fa?

R.AThe Pyramid a livello commerciale non ci ha resi ne ricchi ne poveri. La sua parabola distributiva è stata seguita dal capo progetto, ossia il buon Visani... noi registi/sceneggiatori abbiamo "semplicemente" visto il nostro film rimbalzare da una parte all'altra del globo, ed è stato qualcosa da non credersi... sapevamo che il film era molto valido, ma mai e poi mai ci saremmo immaginati una visibilità così ENORME. E' diventato il film antologico di maggior successo del cinema di genere italiano. Per quanto riguarda l'Italia, posso solo dire che è stato allegramente schivato da tutti. Nessuno è profeta in patria.


3. Veniamo a Non Nuotate in quel Fiume. Il film uscirà il 25 marzo e ho visto che lo avete presentato nei libretti di sala quale tributo ai B-Movie degli anni '70-'80. Mi pare di intuire, dalla visione del trailer e dal titolo scelto, uno spiccato omaggio votato alla produzione d'oltreoceano, quella un tempo destinata ai drive in, piuttosto che all'europea. Sbaglio oppure lo reputi più legato all'imprinting italiano di quell'epoca?

R.A.: Ci hai visto bene Matteo! Alla fine son cresciuto più con film stranieri che con film italiani. Il titolo del film invece, è un omaggio alle folli traduzioni italiane di titoli come The Texas Chainsaw Massacre e I Spit on your Grave. In quegli anni lì, i nostri traduttori si sono fatti un po' prendere la mano dalla "NON FATE QUELLA COSA" mania. E son venuti fuori titoli come "Non Aprite quel Cancello" "Non Violentate Jennifer" "Non Entrate in quel Collegio" "Non Entrate in quella Casa" "NON TELEFONATE DOPO LE 22 DI SERA CHE STO GUARDANDO CHI L'HA VISTO E NON VI RISPONDO". Titoloni che facevano presa immediata sul pubblico, titoloni che mi fanno godere non poco.


4. Dalla lettura della trama deduco uno sviluppo sulla falsa riga de Dal Tramonto all'Alba, ovvero un copione che prende le mosse strizzando l'occhio al noir, con un trio di delinquenti protagonista, e che poi vira in modo deciso verso l'horror. Come vi è venuta l'idea di usare il fiume quale fonte da cui nasce l'orrore? C'è qualche legame con film come L'Occhio sul Triangolo di Ken Wiederhorn?

R.A: E' un parallelismo che ci può stare (anche perchè il classico: "criminali in fuga dai problemi che incontrano problemi ancora più grossi", è una storia vecchia quasi quanto il cinema). L'idea del fiume mi è venuta in quanto amante della natura ed eterno visitatore delle valli piacentine, soprattutto della Val Trebbia, dove Bellocchio realizzò uno dei miei film preferiti di sempre I Pugni in Tasca. Il legame con L'Occhio nel Triangolo non c'è, semplicemente perchè è un film di cui non conoscevo l'esistenza. Lo recupererò a breve. Mi hai incuriosito.


5. Noto delle curiose analogie, come si suol dire prima facie, con Lo Chiamavano Jeeg Robot. Hai ripreso l'idea dei delinquenti protagonisti contrapposti a un boss donna e con un fiume a fungere da elemento scatenante. Credo che sia tutto casuale, in caso contrario sconfessami.

R.A: Assolutamente casuale.Ho finito di scrivere Non Nuotate in quel Fiume un anno fa esatto.


6. Perché hai optato per un boss donna? Hai voluto introdurre delle venature erotiche oppure costituisce un mero diversivo?

R.A: Per due grandi motivi. MOTIVO 1. Quando hai a disposizione un talento puro come quello di Roberta Nicosia (famosa in tutta Italia per i video con gli youtuber Pantellas Ndr.) non vedi l'ora di darle un ruolo che possa far scatenare tutta la sua bravura. MOTIVO 2. Per quanto continuiamo a raccontarci il contrario, sono le donne a comandare gli uomini. Ho perso recentemente un amico di vecchia data per la sua totale inzerbinatura nei confronti della sua donna. Forse questo mi ha ispirato inconsciamente.


7. Come è nata la sceneggiatura del film, quando l'hai concepita? E' un progetto che maturavi di realizzare da molto tempo, cioè era un copione nel cassetto oppure è nuovo? Ti faccio questa domanda perché essendo un copione di un lungometraggio, molti registi hanno una loro sceneggiatura del cuore che lasciano chiusa in un cassetto con la speranza poi di portarla in scena.

R.A: La sceneggiatura l'ho scritta nel Febbraio del 2015. Da anni desideravo realizzare un film che toccasse i temi dei film di serie-b, semi-invisibili, che hanno riempito i nastri magnetici delle nostre vecchie, care, amate ed estinte videoteche. L'idea del film mi è semplicemente SALTATA FUORI, dal nulla, senza motivo o diretta ispirazione. La famosa "sceneggiatura nel cassetto" ce l'ho davvero, ma non posso realizzarla perchè necessita di un VERO budget (Non Nuotate in quel Fiume, per esempio, mi è costato 80 euro). Si intitola "VIDEOCLIPPER" ed è un omaggio alla videoteca in cui ho lavorato da ragazzino.


8. Quali, se ci sono state, le difficoltà maggiori a girare un lungometraggio piuttosto che un corto?

R.A: Un lungo, ovviamente, ti porta via più tempo.Grazie a Dio avevo accanto a me Amici (ancora prima che colleghi) che mi hanno dato una mano enorme a portare tutto a compimento. Il ping pong è qualcosa che si deve far da soli (e di cui non esiste persona che può battermi), ma il cinema no... ed è bellissimo così.


9. La scelta delle location. Il film è ambientato nel piacentino. Avete scelto il set per una qualche ragione o leggenda del posto, oppure perché era semplcemente strumentale alla trama? Quanto, secondo te, è importante una scenografia al fine della riuscita del prodotto finale e quanto ha influito quella da voi scelta?

R.A: Come già detto, io amo il piacentino... il suo clima, la sua pace, le sue valli e la sua atmosfera indefinibile a parole semplici (bisognerebbe scivolare nella poesia). E' un film costruito intorno a un luogo dell'anima. La scelta degli ambienti giusti per un film è FONDAMENTALE. A mio parere bisognerebbe sempre pensare prima all'ambiente e poi a quello che ci accade dentro.

Foto di scena de NON NUOTATE IN QUEL FIUME

10. Nel cast artistico figura il tuo attore e socio Simone Chiesa nei panni di Papillon. Il suo personaggio, dato il nome, è un omaggio al protagonista di Schaffner? Quanto c'è di Chiesa nei tuoi film, si limita a fungere da attore o partecipa attivamente alla costruzione del film? Te lo chiedo perché in The Pyramid lo avevamo visto all'opera anche dietro alla macchina da presa, qua invece lo ritroviamo al montaggio.

R.A: Il nome "Papillon" è un omaggio a tre diverse cose:
1. Il film con Hoffman e McQueen (regia di Schaffner, ndr di Mancini);
2. Il ricordo di mio padre (il papillon che indossa Papillon era suo e lo indossò il giorno della sue nozze con mia mamma);
3. Il brano degli Editors.
In questo film di Chiesa c'è... un montaggio davvero valido e una performance attoriale davvero forte (contando che Simo non è un attore). Ho diviso la regia con lui sempre, da quando è nata la NOS Film (Dicembre 2008 Ndr.), ma da Catacomba in avanti credo che ognuno farà le proprie cose da solo.

11. Dalla lettura del cast artistico scorgo molti nomi per te nuovi, ma che hanno discreto curriculum nel settore dei corti. Penso a Ivan Brusa, a Roberta Nicosia, Stefano Galli, ci sono persino Leo Salemi, che annovera il film L'Albero delle Zoccole (1995), e Denis Frison e Roberto D'Antona (conosciutissimi, entrambi, nei fan movie dedicati a Dylan Dog). Un cast molto numeroso. Come hai scelto gli attori? La presenza di Frison e D'Antona, mi suona un po' da cammeo di gusto per gli amanti dei prodotti dell'underground... Ci vedo giusto o ci sono altri motivi?

R.A: Ho voluto unire sotto lo stesso tetto i miei amici-attori, agli amici-non attori, agli amici-registi. Non ho fatto provini, ho semplicemente chiamato tutte le persone a cui sono legato sia umanamente che artisticamente. Il duo Frison e D'Antona lo conosco prima come Denis e Roby che come "I DUE DYLAN DOG"...ovviamente, c'è anche un certo gusto da parte mia nell'unire tanti volti noti del cinema indie italiano. Poi ho l'onore di avere Pietro De Silva, uno che prima di lavorare con Roberto ALBANESI ha lavorato con Roberto BENIGNI ne La Vita è Bella (per citare un film a caso). In totale Non Nuotate in quel Fiume ha una quarantina di personaggi. Siamo una famigliona.


12. Puoi regalarci qualche aneddoto legato alla realizzazione del film?

R.A: Certo.Un giorno Stefano Galli ha dovuto indossare un pesante costume di scena; stavamo girando in pieno luglio e c'erano (non sto esagerando) 38 gradi. A un certo punto è stato colpito da allucinazioni e quasi sveniva.

13. Le musiche sono curate da Oscar Perticoni e da Alberto Masoni, che mi pare di vedere non avevano mai collaborato con voi. Perché hai deciso di cambiare compositore? Hai avuto un ruolo particolare nel far plasmare le musiche, cioè hai chiesto che i compositori si ispirassero a particolari temi o li hai lasciati liberi di interpretare il film? Come ti sei trovato rispetto alle precedenti esperienze?

R.A: Il compositore ufficiale del film è il Maestro Masoni (Perticoni ha realizzato dei brani aggiuntivi).Con lui sono alla terza collaborazione. Il nostro sodalizio è nato con WOOF! un mio mediometraggio di prossima uscita, poi ha proseguito con Catacomba e infine con questo. Sono un paio di anni che collaboriamo assieme e ora come ora non mi vedo a collaborare con nessun altro se non con Alberto. Per il film avevo previsto una colonna sonora retro wave. A Masoni inviai un tema molto synth 80's relizzato dal Maestro Perticoni (a cui, a sua volta, suggerii di ascoltare Alberto Camerini)... lui ci ha tirato fuori una cosa che... non so, mi commuovo solo a pensarci.

14. La fotografia da l'impressione di essere quella naturale. Avete applicato particolari filtri in post-produzione?

R.A: La fotografia è totalmente e assolutamente naturale.Non ho voluto nessuna luce extra diegetica , manco per errore. In post produzione il buon Chiesa aveva un dictat da parte mia: "VOGLIO UNA VIDEOCASSETTA".Mi ha dato una videocassetta.


15. Avete fatto ritocchi in computer grafica? Pensi che possa essere una soluzione per ovviare a carenze di budget oppure sei per lattice, frattaglie e make up di scena?

R.A: Sono per il buon vecchio artigianale lavoro dell'effettista di scena. I quattro piccoli insertini digitali (a opera del Grande Matteo Cassetta) li ho dovuti mettere perchè con 80 euro non potevamo costruire... non posso dire altro, se no vi sputtano il film.

Foto di scena da NON NUOTATE IN QUEL FIUME


16. Ancora una volta hai portato a termine un progetto dal budget praticamente pari a zero. Soffri un po' questa mancanza di budget o, tutto sommato, non ti limita più del dovuto anzi ti aiuta ad aguzzare l'intelletto?

R.A: Mancanza di soldi significa grande presenza di idee.Questo mi stimola moltissimo. Ovvio, tutti vorrebbero avere soldi e mezzi per realizzare la propria visione, ma visto che il sogno è una cosa mentre la realtà è un'altra, mi tengo i miei 80 euro di budget a film.


17. Quando giri usi rigidi storyboard o lasci molto all'illuminazione del momento? Quanto improvvisi e quanto programmi, quanto lasci margine ai tuoi collaboratori (anche in montaggio)? Lasci libertà agli attori?  

R.A: Non ho mai usato degli storyboard in vita mia. Scrivo e dirigo con la tecnica brevettata da me del "CAOS ORGANIZZATO". Parto dalla sceneggiatura e poi mi faccio trasportare dal momento, dal luogo e dall'attore. I miei attori sono liberi, do le indicazioni base e poi li lascio andare da soli... nel frattempo io faccio quello che voglio con la camera, molte volte senza avvisarli di quello che farò e che accadrà a loro. Tutti quelli che hanno lavorato con me non vedono l'ora di ritornare sui miei set, ciò significa che la mia tecnica ha qualcosa di valido... oppure che sono tutti pazzi (io compreso).


18. Dove si potrà vedere questo Non Nuotate in quel Fiume? Uscirà in qualche cinema, avete già preso accordi per l'uscita in dvd e pensi di esportarlo all'estero?

R.A: Partiremo con delle proiezioni ovunque vorranno ospitarci. Le date le annunceremo in divenire. Durante le proiezioni venderemo noi stessi i Dvd del film a prezzi a dir poco irrisori. Passeremo anche per i vari festival, italiani ed esteri (il film lo abbiamo sottotitolato). Infine, un giorno, lo gireremo a tutte le tv private che riusciremo a contattare e che vorranno metterlo in onda... mi è venuto questa fissa delle piccole tv e non me la leva nessuno. Un giorno arriverà su youtube. Insomma, non vogliamo parlare tanto di un film che poi si vedranno massimo 1000 persone.

19. Abbiamo accennato poco sopra al film di Mainetti, Lo Chiamavano Jeeg Robot, lo hai visto? Come ti è sembrato? Pensi possa dare avvio a un filone che possa esser decisivo per il grande salto anche di altri registi? Ci speri un pochino o restano sogni?

R.A: Di Mainetti vidi anni fa Basette (sono un megafan del duo Giallini-Mastandrea) e pensai subito "SE A QUESTO GLI DANNO I SOLDI GIUSTI CI SARA' DA DIVERTIRSI".Quei soldi glieli hanno dati e ora abbiamo un gran bel film per le mani. Per il futuro non so, sul cinema di genere italiano rimango sempre pessimista... mi piacerebbe solo che venisse fuori qualcosa che non fosse come sempre "DE ROMA".


20. Quanto il tuo lavoro ti aiuta per la realizzazione dei film?

R.A: Sono un ex filmaker/autore per Sky e Gazzetta dello sport... faccio volontariato in un'associazione di ragazzi disabili qui a Casalpusterlengo. Direi che la felicità dei miei ragazzi, soprattutto, faccia la differenza. Quando mi chiedono di vedere in super-anteprima Non Nuotate in quel Fiume mi dico: "Faccio il lavoro non retribuito più bello del Mondo".

21. Immancabile domanda relativa ai progetti per il futuro. So che sta per uscire un altro tuo prodotto. Hai già delle nuove sceneggiature da realizzare o pensi a un po' di pausa?

R.A: Sono della scuola di pensiero del "CHI SI FERMA E' PERDUTO". Finchè ho cartucce da sparare, io sparo. Nell'immediato promuoveremo il film, ma da qui a una settimana inizierò la sceneggiatura di "NON NUOTATE IN QUEL FIUME: ATTO SECONDO". Sei il primo a saperlo.


22. Un invito o un incoraggiamento per chi vuol lanciarsi nell'avventura della regia o della scrittura di copioni di cortometraggi. Cosa ti senti di dire?

R.A.: C'è poco da dire, la creatività è una cosa che o abbiamo o non abbiamo.Chi ce l'ha non potrà fare altro che tirarla fuori nella vita, prima o poi. Quindi se dovete esprimervi in qualche modo... ESPRIMETEVI. Se non raccontassi le mie storie credo che morirei. E morirei atrocemente, affogando in un fiume di rimpianti... un fiume in cui NON AVREI DOVUTO NUOTARE.


Un saluto all'amico Roberto Albanesi augurandogli, se possibile, una fortuna superiore a quella riscontrata dai suoi precedenti lavori e ricordate: "IN QUEL FIUME STA ACCADENDO QUALCOSA DI STRANO... IN QUEL FIUME STA ACCADENDO QUALCOSA DI MISTERIOSO...PREPARATEVI ALLA PEGGIORE NUOTATA DELLA VOSTRA VITA!"

Il Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=2A5xwfgiaqI 

Roberto Albanesi in compagnia dell'amico
ANDREA PINKETTS, noto giallista italiano
nonché componente dello staff di MISTERO
di ITALIA 1.

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