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sabato 25 luglio 2015

Recensioni Narrativa: Dracula di Bram Stoker.


Autore: Bram Stoker.
Anno: 1897.
Genere: Horror.
Pagine: 412
Edizione: Mondadori.

Commento di Matteo Mancini
Grandissimo classico della narrativa gotica e più specificatamente della narrativa del terrore, forse il più famoso romanzo horror, capace di ispirare un vero e proprio sottogenere ovvero quello dei vampiri. Scritto da uno scrittore irlandese all'epoca più famoso come critico teatrale che come romanziere, ebbe successo immediato al punto da interessare fin da subito il cinema che renderà questo romanzo un vero e proprio cult dell'immaginario colletivo con una serie interminabile di trasposizioni più o meno fedeli. 
Abbiam già parlato dell'autore, Bram Stoker, e della genesi del romanzo in occasione della recente recensione de La Vergine di Norimberga, entriamo dunque nel vivo del cuore della storia.

Innanzi tutto occorre analizzare la struttura del testo. Per dare verosimiglianza alla storia, Stoker ricorre allo stratagemma delle pagine di diario o delle lettere che i vari protagonisti si scambiano ovvero di stralci di articoli di giornale che commentano gli avvenimenti narrati. E' una soluzione che cala il lettore nella storia e offre il modo ai vari coinvolti di esternare le proprie emozioni, oltre a dare la parvenza di una cronaca di un episodio realmente accaduto. D'altro canto rende la struttura un po' frammentaria, cambiando spesso punto di vista e ponendo troppo volte l'attenzione su questioni marginali alla storia e più legate agli affetti dei vari protagonisti. Aspetti che tendono, in più di una circostanza, a spezzare il ritmo e a non dare fluidità al narrato.
Premetto subito che, ad avviso di chi scrive, Dracula è un romanzo sopravvalutato, molto diluito nello sviluppo del soggetto e per lunghe parti noioso. Sarò l'unico a cantare fuori dal coro, ma è quello che penso. E' comunque incontenstabile la notevole importanza storica del testo, per aver generato un vero e proprio sottogenere, ma anche per la presenza di alcuni passaggi e alcuni monologhi ben calibrati, dal retrogusto meta-filosofico, oltre che per alcune trovate a dir poco futuristiche.

L'autore Bram Stoker.

Veniamo alla storia. Stoker sviluppa il soggetto scrivendo qualcosa come 500 pagine, quando avrebbe benissimo potuto realizzare un romanzo da duecento pagine. La storia si riassume in poche righe e ha un soggetto, a mio avviso, un po' forzato (ma chi glielo fa fare a Dracula di andare in Inghilterra e prima ancora di segregare Harker nel suo castello?). Protagonista è Jonathan Harker, un procuratore alle prime armi, che viene spedito in Transilvania per perfezionare la vendita di una magione londinese. L'acquirente è un Conte smilzo, dal volto pallido e dai baffetti pronunciati, avanti con gli anni e con gli occhi iniettati di sangue. Si tratta del Conte Dracula, un non morto, ma ancora Harker non lo sa, sebbene in paese si mormorino strane leggende e soprattutto si faccia più volte il nome del diavolo. Dracula ha un passato da valoroso soldato, statista, alchimista, grande sapiente con un cuore che non conosce paura. Ha combattuto per la propria terra, respinto l'invasore. Narra fatti storici come se li avesse vissuti di persona, e di fatti è proprio così anche se all'inizio ad Harker sembra impensabile. Non si sa bene come sia diventato vampiro, si dice solo che questo passaggio lo abbia, difatto, instupidito e costretto a compiere azioni meccaniche alla maniera di un bimbo. L'inizio è molto promettente e fascinoso. Harker viene recluso nel castello, molestato da tre vampire iper sexy che lo vorrebbero sbranare in modo amoroso e lento, ma interviene in sua protezione Dracula che entra ed esce alla maniera di un geco che percorre le pareti esterne della magione a testa all'ingiù. Conosciamo subito i poteri e i vizi del mostro. Non mangia mai, vive negli scantinati della cappella all'interno di una bara e non si riflette negli specchi. Dracula controlla branchi di lupi, comanda agenti atmosferici come tempeste e nebbie, ha influenza sui topi, ha il dono proprio dei gatti che gli permette di assottigliarsi e di passare sotto piccole fessure. Ma ha anche grossi limiti, come l'impossibilità di ricorrere ai propri poteri nelle ore diurne, l'impossibilità di resistere agli oggetti sacri (in particolare ostie e crocefissi), ma anche all'aglio e ha altre limitazioni. Il suo alone di malvagità gli deriva dal fatto che va a caccia di bimbi, che rapisce, avvolge in sacche e li getta in pasto alle tre ragazze che vivono con lui al castello. Insomma è una creatura molto meno affascinante e molto meno pestifera di quella tracciata dai film, anche perché meno diabolico e meno intelligente di quanto il cinema ci abbia abituato a vederlo. Van Helsing dirà a più riprese che ha una mente fanciullesca ed egoistica.

La storia si sposta presto in Inghilterra dove Dracula, divenuto più giovane per aver succhiato un po' di sangue, si reca per prendere possesso della casa appena acquistata. Carfax è il nome della struttura ovvero Quatre Face per aver la caratteristica di avere i quattro lati corrispondenti ai punti cardinali (che abbia rilevanza metaforica e simbolica? Molto probabile data l'estrazione di Stoker). Non si capisce bene perché Dracula decida di emigrare dopo tanti anni, sembra per cercare sagnue fresco, ma la scelta si rivelerà, piuttosto velocemente, nonostante le lungaggini di Stoker, fallimentare. Dopo l'arrivo alquanto misterioso di una nave i cui occupanti sono tutti morti, dopo un viaggio all'insegna della follia (forse è la parte più paurosa del romanzo), Dracula, nella forma del lupo, sbarca nel Regno Unito. Qua il romanzo diviene lento. Stoker presenta la due protagoniste femminili, Lucy e Mary, le quali non fanno altro che parlare dei loro amori e dei loro sogni (parte pallosissima), tanto da tingere di rosa quello che è un romanzo nero. La parte centrale del romanzo la conoscono tutti ed è proposta un po' da tutti i film sul tema. Lucy, l'amica della fidanzata di Harker, viene vampirizzata da Dracula anche se la cosa resta celata per molto tempo. Deperisce sempre più e non se ne capisce la ragione. Le vengono praticate numerose trasfusioni di sangue, sebbene nessuno si spieghi come faccia a perderlo. A destare sospetti sono due piccoli fori che ha sul collo, simili a pinzi. Dracula, nel frattempo, è un personaggio latente, non si vede ma c'è, se ne percepisce la presenza per via di un ululato o di un pipistrello che svolazza nella notte. Viene chiamato in causa allora il grande professore Van Helsing, che giunge in supporto del dottor Seward, psichiatra impegnato, nel contempo, nello studio di un paziente zoofago chiamato Ranfield (personaggio che si sarebbe potuto tagliare e che viene messo per allungare la minestra e per compiere disserdazioni di carattere metascientifico). Van Helsing è il vero protagonista del romanzo. Dottore olandese di ampie vedute, che si esprime in modo sgrammaticato, perché è straniero. Arriva dall'Olanda ed è lui a comandare la battaglia contro Dracula, leggendo i diari di Harker, nel frattempo fuggito dalla Transilvania e ritornato a casa, e spulciando su antichi testi di stregoneria e di folklorismo. "Filosofo, metafisico, mente assolutamente aperta. Nervi d'acciaio, carattere di ghiaccio, volontà indomabile" quesa la descrizione che si fa di lui nel testo.

I medici non riescono però a salvare Lucy, che una volta sepolta torna in vita sotto forma di vampiro e seduce i bambini per poi succhiar loro il sangue. Van Helsing riesce a dimostrare la sua teoria, cioè quella dell'esistenza dei vampiri ritornanti, profanando la tomba (che scoprirà vuota) e uccidendo la vampira di giorno, conficcandole un paletto di frassino nel cuore. Tutto molto semplice, con poche resistenze.
L'ultima parte è incentrata sulla ricerca di Dracula, che poi non è tanto lontano essendo alloggiato accanto ai protagonisti. Quest'ultimo vuole vampirizzare anche Mary, perché è offeso dall'atteggiamento dei suoi rivali che hanno osato contrastarlo (e cosa avrebbero dovuto fare?). "E così vorreste mettere la vostra intelligenza a confronto con la mia! Ora voi sapete cosa significhi frapporni ostacoli... E voi, la loro beniamina, siete ormai mia... per ora mia rigogliosa vendemmia, in seguito mia compagna e mia complice!" Così dice, prima di darsi alla fuga in quattro e quattr'otto, anche perché i "buoni" troveranno tutte le casse di terra maledetta che il mostro si è portato dietro per potervisi nascondere nelle ore diurne e le renderanno inservibili consacrandole con l'apposizione di ostie benedette. Così pur essendo riuscito a mordere Mary e averla indotta a una sorta di battesimo satanico, costringendola a bere il sangue dal proprio ventre, Dracula si trova a dover cedere. Scappar via come un coniglio inseguito dalla muta di cani rabbiosi. Braccato da Van Helsing e soci si trova costretto a ritornare in patria, contrattando un posto a buon prezzo su un'imbarcazione diretta in Romania. Non riuscirà a farla franca. La cassa all'interno della quale è celato e che viene difesa da alcuni zingari, viene bloccata a poche centinaia di metri dal castello da Van Helsing e soci. Questi ultimi hanno infatti deciso di seguire il viaggio del Conte per altra via in modo da anticiparne l'arrivo a destinazione. L'obiettivo è spezzare il sortilegio che grava su Mary mediante l'uccisione del mostro. Per Dracula è la fine, un epilogo senza lotta, sbattuto sulla neve semidormiente per via del tramonto non ancora completato. Paletto nel cuore e testa decapitata, il tutto senza reazione. Per Mary è la salvezza, dal momento che la maledizione del vampiro cessa con la morte dello stesso. Questo in estrema sintesi il romanzo.

CHRISTOPHER LEE ovvero l'attore che ha interpretato
più volte Dracula.

Dunque una storia con pochi risvolti, molto ridondante, che propone, sotto altra veste, il tema della possessione diabolica. Una possessione che non è determinata da colpe, ma dal mero fato, dalla scelta di un non morto che vive nutrendosi del sangue altrui, come un perfetto parassita. Una possessione che si lotta con la fede, ma che necessita l'assassinio del diretto responsabile, poiché come una malattia infettiva porta alla morte e da questa alla perdizione e alla mutazione di tutte quelle caratteristiche dell'essere che l'ha provocata. Non c'è possibilità di salvezza, non esistono buoni o cattivi ma soggetti liberi  e schiavi. Dunque una morte che genere vita e che trasforma in entità diaboliche che si sostituiscono a Dio nel decretare chi debba avere la vita eterna, una scelta non dettata dall'amore e dalla generosità bensì da necessità egoistica. E come tutti gli egoismi da ciò non può che nascere un'esistenza dannata, una vita piegata alla schiavità di ripetere sempre i medesimi gesti non tanto per malvagità ma per bisogno esistenziale. Dracula non rappresenta il male, ma la dannazione. Semina morte e pestilenza perché è costretto a farlo. Apparentemente rappresenta la libertà assoluta e la ribellione ai formalismi e alle regole sociali, ma è solo una parvenza di libertà e di ribellione, perché è lui stesso assoggettato a regole che non può valicare. E' portatore di una forte carica erotica, anche se nel testo non emerge in modo sbandierato. Dracula non ama una donna in particolare, contamina tutte quelle che gli riempiono l'occhio. Una soluzione che all'epoca avrebbe potuto sconvolgere il bigottismo tipico della società vittoriana e che sicuramente lo avrà anche fatto. Ma a suscitare potenziale scandalo sono più gli atteggiamenti, quasi da libertine represse, delle sue vittime che non riescano a sottrarsi dai suoi attacchi, anzi sembrano riceverlo come in preda a un'estasi ai limiti dell'orgasmo. Stoker anticipa il tema della corruzione del sangue, delle malattie infettive trasmissibili con rapporto sessuale (e guarda caso con rapporti promiscui e occasionali). Eloquente, al riguardo, la scena in cui Van Helsing strappa il fidanzato di Lucy dalle labbra della donna che lo vuol baciare. Ancor più esemplificativa è la disperazione di Mary, quando dice che non potrà più amare il suo uomo perché comprende di esser stata morsa da Dracula ("Contaminata! Non potrò più né toccarlo né baciarlo. Oh, proprio io dovevo divenire la sua peggiore nemica, colei che più ha motivo di temere?"). Interessante è poi il collegamento ipnotico e mentale che si instaura tra Dracula e le sue vittime, che restano in contatto mentale con lui riuscendo a vedere dove si trovi e cosa stia facendo.Una trovata che sarà ripresa da dozzine e dozzine di romanzi successivi.

Si evince poi un'apertura di Stoker, da membro di certe società iniziatiche e segrete, al paranormale, al superamento dei limiti scientifici, andando a pescare direttamente da leggende medievali e da credenze sepolte nel tempo, quasi a voler recuperare la tradizione e anteporla al menzoniero progresso. E' grazie alla cultura tradizionale che Van Helsing piega il mostro e non in virtù delle conoscenze scientifiche acquisite grazie allo studio universitario. Si sottolinea pertanto l'importanza di possedere una mentalità aperta, di superare preconcetti e i limiti autoimposti dall'esperienza diretta. Mai pensare che certe cose non possano esistere solo perché non vi sono dimostrazioni contrarie. Si parte sempre da un fatto e si cerca la soluzionie, mai partire dalle soluzioni ritenute possibili per poi adattarle al dato iniziale di partenza, scartando a priori l'imponderabile.
Un romanzo a suo modo religioso che si interroga di continuo sul significato della vita, sulla destinazione post mortem delle anime, sulla necessità di conquistarsi la vera immortalità nella vita di tutti i giorni. "Perché la vita in fondo cos'è'? Solo l'attesa di qualcos'altro, no? E la morte è l'unica cosa sicura!" scrive Stoker, cercando di suggerire quale sia il vero senso della vita ovvero la conquista del Paradiso, senza farsi influenzare dai desideri materiali (vuoi della carne o delle proprietà immobiliari o delle monete che Dracula lascia cadere nella sua irruzione finale nella camera di Mary). Un'opera quindi che è bene aver letto ed è bene leggere per ragioni culturali, specie per gli amanti della narrativa del brivido, ma che ho faticato a terminare perché, a mio avviso, poco avvincente. L'amerà maggiormente un pubblico femminile, vuoi per la velata componente erotica, vuoi per il subliminale fascino operato da Dracula che riesce a valicare la carta stampata per sortire il medesimo effetto operato sulle vittime del romanzo nei lettori. Quando vi coricare a letto allungate un orecchio nella notte e fate attenzione al flebile battito d'ali che risuona nella notte: un non morto potrebbe essere lì che vi scuta dal buio della notte.

La carica erotica del romanzo parte anche dal fatto che DRACULA,
gran bel furbacchione, vampirizza sempre giovani donzelle e lo fa
con quello che è un bacio iper passionale. Scambio di fluidi.

"E' davvero meravigliosa la capacità di recupero della natura umana. Basta che una causa di ansia, quale che sia, venga rimossa in un modo o nell'altro ed eccoci a tornare spontaneamente ai normali principi della speranza e della gioia"

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