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domenica 12 luglio 2015

Recensione Saggi: I CENTO LIBRI di Piero Dorfles




Autore: Piero Dorfles.
Sottotitolo: Che rendono più ricca la nostra vita.
Genere: Saggio di critica narrativa.
Anno: 2014
Editore: Garzanti.
Pagine: 300
Prezzo: 14,90 euro.

Commento di Matteo Mancini.
Bella iniziativa del giornalista RAI Piero Dorfles, conduttore della trasmissione Per un Pugno di Libri, il quale confeziona un'agile e piacevole guida alla letteratura che possa fungere da orientamento nella scelta dei libri da leggere, ma anche da confronto e da spunto di riflessione circa le diverse chiavi di lettura che caratterizzano un romanzo.

Triestino classe 1946, nipote del critico d'arte Gillo Dorfles, Dorfles realizza un volume che ha lo scopo di radunare e di presentare i cento libri che, ad avviso dell'autore, sono entrati a far parte dell'immaginario letterario collettivo. Romanzi cioè che uniscono all'importanza sotto il profilo storico e culturale una certa diffusione nella cultura personale di massa. "Sono quei libri che, al di là del loro valore letterario, potete sentir citare in un discorso, in un saggio, in una chiacchiera da bar, in un articolo, e che possono esser necessari per capire di cosa si sta parlando" così commenta la propria selezione. Abbiamo così l'omissione di quelle opere classiche la cui lettura viene imposta a scuola, come I Promessi Sposi, La Divina Commedia, le tragedie greche piuttosto quelle di Virgilio, ma anche il Don Chisciotte o l'Ivanhoe, per non parlare dei vari Verga e altri scrittori proposti alle superiori; testi di valore assoluto, pilastri della letteratura mondiale, ma anche complessi, a volte persino per i professori, e legati a certe logiche costruttive che finiscono per l'allontanare buona parte dei ragazzi dalla lettura anziché invogliarli nel proseguimento di questa passione. Risultato quest'ultimo non addebitabile agli scrittori in questione, sia chiaro, ma a chi propone certe letture a un pubblico acerbo, su cui invece si dovrebbe insinuare e lasciar maturare il seme della passione che solo le opere più briose, divertenti e votate all'intrattenimento possono garantire in modo da far scattare quel principio che sta alla base del circolo vizioso (in questo caso virtuoso) che governa tutte le forme di dipendenza. Curiosamente sfuggono da queste esclusioni William Shakespeare, rappresentato da più di un romanzo, e autori più attenti alle capacità di intrattenimento come Pirandello o Sciascia. Dorfles si orienta in direzione della letteratura del 1800 e del 1900, dando spazio a romanzi che un professore di vecchio stampo tenderebbe a non far leggere ai propri studenti. Così abbiamo proposti accanto ai classici di autori come Shakespeare, Pirandello, Primo Levi, Dostoevskij i maestri della narrativa fantastica, della fantascienza e  persino dell'horror degli inizi.
In altri termini, l'autore si sforza in un lodevole proselitismo letterario e lo fa assai bene, citando le parole di Umberto Eco: "Chi non legge vive un'epoca sola, mentre chi legge può vivere infinite epoche diverse". Quindi la lettura come evasione, oltre che come istruzione, un allontanarsi temporaneamente dalla realtà per vivere emozioni illusorie ben più forti di quelle che può offrire il cinema, poiché alla visione di un film lo spettatore è un essere passivo, mentre dietro a un libro, scrigno che custodisce quel bene prezioso offerto dalle combinazioni delle lettere dell'alfabeto, è un fruitore attivo che immagina, dipinge sequenze mentali e talvolta personalizza andando a completare quelle caratteristiche che uno scrittore si è solo limitato a tratteggiare. Sta anche in questo la magia della scrittura e della lettura. Ma la letteratura è anche occasione di riflessione, di denuncia, un allontanarsi dalla realtà per poi penetrarvi con la speranza di esser portatori di un nuovo carico di valori o quanto meno di riuscire a scuotere le coscienze per ristabilire i valori sopraffatti dal consumismo o dall'innegabile richiamo delle tentazioni materialistiche. Giustamente Dorfles scrive che con l'andare degli anni cioè che era considerato un prodotto di intrattenimento è in realtà uno dei più raffinati strumenti per avere consapevolezza della complessità del mondo in cui viviamo. Pertanto la letteratura come allegoria o come metafora apparentemente lontana dalla realtà, ma legata a questa da similitudini innegabili e forse più concrete di ciò che si pensa essere reale, proprio perché filtrato da quel velo di ipocrisia di cui l'uomo moderno piace contornare le proprie gesta e le proprie scelte.

Ne deriva un volume che scorre via velocemente, diviso in mini capitoli che fungono da raggruppamento dei vari romanzi proposti. Il linguaggio è semplice, di facile lettura, rivolto a un pubblico di qualunque specie. Dorfles presenta ciascun romanzo parlando della trama e offrendo la propria valutazione del testo, individuando chiavi di lettura e significati metaforici, con tanto di citazioni e di frasi estrapolate dal testo di riferimento.
Ne deriva un'opera che è perfetta per esser regalata a dei giovani ragazzi, per permettere loro di avere un orientamento che possa avvicinarli in modo divertente alla lettura e che possa permettere loro di acquistare i volumi più indicati ai loro gusti. Dorfles presenta autori come P.K.Dick, Orwell, Verne Poe, Stevenson, Stoker, Mary Shelley, Collodi, Swift insomma ce n'è davvero per tutti i gusti.
Si tratta inoltre di un libro utile anche agli adulti, specie coloro che amano la letteratura e che sono sempre in cerca di quello scambio di opinioni e di diversi approcci interpretativi di un testo, discussioni che al bar, come invece immagina Dorfles, sono assai rare da poter intavolare tra una spuma e un tramezzino.

Chiudo con un'ottima frase di Dorfles, forse un po' troppo romantica e ottimista nell'estendere il concetto a tutti coloro che leggono, che va riequilibrata con una massima di Jorge Borges che sosteneva che un buon lettore è raro tanto quanto un buon scrittore: I libri bisogna viverli, rileggerli, sentirli propri, personalizzarli. Farli diventare una parte di noi come noi diventiamo una parte di quello che hanno dentro."



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