Elenco

  • Cinema
  • Ippica
  • Narrativa
  • Pubblicazioni Personali

sabato 1 ottobre 2011

Recensione Narrativa: CAMBIO DI STAGIONE (Maurizio Cometto)




Autore: Maurizio Cometto.
Anno: 2011
Editore: Il Foglio Editore
Pag.: 270.
Prezzo: 15.00

Commento Matteo Mancini:
Dopo l'ottima antologia "L'incrinarsi di una persistenza", Maurizio Cometto - scrittore di punta della collana "fantastico e altri orrori" delle edizioni Il Foglio di Gordiano Lupi - torna a proporre un lavoro tutto suo e lo fa in un modo decisamente originale.

Presentato come un romanzo, "Cambio di stagione", in realtà, è un'antologia di racconti che sarebbe piaciuta molto a Gustav Meyrink. I testi, difatti, sono incatenati tra loro in un percorso iniziatico finalizzato al superamento (seppur inconscio) della morte e delle svariate dimensioni parallele che, secondo l'autore, strutturerebbero la realtà che ci sta intorno. A quest'ultimo riguardo è curioso il rapporto che c'è nel racconto "Sogni" tra Fabrizio, il protagonista di tutte le storie, e il suo alter ego Maurizio (credo che questo nome non sia casuale), quasi a sottolinerare un'immedesimazione dell'autore col suo personaggio.

Il lettore, anche se lo scoprirà solo con l'ultimo racconto (a mio avviso il migliore del lotto), è alle prese con un'opera che, seppur basata su argomenti diversi, rievoca il nucleo centrale del film "La nona porta" di Roman Polanski, sostituendo però alle tavole del pittore Aristide Torchia dei veri e propri racconti (che poi, nell'ultimo elaborato, diventeranno dei geroglifici da interpretare proprio come quelli del film).

Abbiamo così nove storie (come nove erano le tavole del film di Polanski) apparentemente l'una scollegata dall'altra, fatta eccezione per i personaggi e il contesto ambientale (la Torino contemporanea) che restano costanti. La particolarità sta nel fatto che queste storie si sviluppano da una base di partenza comune per proiettarsi in contesti, di fatto, paralleli e indipendenti in cui interviene un elemento paranormale a stravolgere la quotidianità.

Troviamo così in "Lo smeraldo a Porta Nuova" una luce verde (prestate attenzione alla chiusura dell'antologia dove il verde riemerge dall'occhio di un gatto quasi a voler suggerire il rinnovarsi del cammino che il lettore e il protagonista hanno percorso, a sottolineare, per l'ennesima volta, quel circolo vizioso presenza costante di tutte le nove storie) che induce tutti gli operai a dimettersi (testo piuttosto carpenteriano che mi ha ricordato il film "Essi vivono") e poi gatti che scompaiono nel nulla e miagolano dalla cornetta di un telefono (omaggio, più o meno, volontario a Matheson e al suo "Una chiamata dal lontano") e ancora una bizzarra lotta contro un tumore che sembra svilupparsi, oltre nel corpo di una donna, anche all'interno di una fermata ferroviaria e via proseguendo con una marcia dei mille rovesciata (quindi dal sud verso il nord) per contrastare l'ascesa della Lega Nord (una vera chicca intitolata "I restauratori") e chi più ne ha più ne metta.

Tutti i testi sono intrisi da un forte impatto metaforico. La disillusione e il pessimismo (fondato) di Cometto emergono in modo netto e marcato. Così viene a galla la crisi del capitalismo occidentale (non è forse un caso che Anubi, ovvero la divinità che ha il controllo sul sistema, venga definito "Il signore dell'occidente") con tutte le relative conseguenze: le fabbriche che chiudono travolte da vortici interni ("Centrifuga lunga"), corse al potere che generano invidie che travolgono vecchie amicizie ("Cambio di stagione"), tentativi di sovvertire il sistema politico e crisi dei valori interiori che si manifestano con la cancrena dell'anima ("Necrosi").

Non mancano le citazioni, sia musicali, narrative e cinematografiche (curiosa la filastrocca del racconto "L'altra casa" che pare citare quella del film di Dario Argento "Non ho sonno" che guarda caso era ambientato proprio a Torino).

Lo stile è asciutto, privo fronzoli e virtuosismi e senza disdegnare pennellate oniriche. Tra i testi più visionari sono da menzionare "L'invisibile battaglia" (belle le descrizioni del tumore che aggredisce le mura di una stazione deserta) e "L'angelo della morte" (autentico delirio - seppur lucido - metafisico, spiriturale e filosofico con Cometto che porta in scena Anubi, mummie e amuleti per teorizzare l'esistenza di una dimensione zero come via per vincere la morte, in una sorta di omaggio ribaltato a "Il signore del male" di Carpenter da cui si mutua il concetto del sogno premonitore proveniente da un'altra dimensione e anche il passaggio da una dimensione all'altra sostituendo però lo strumento del trapasso dallo specchio alla televisione).

A trovare qualche neo, forse, si potrebbe sostenere che alcune storie si sviluppano troppo lentamente, ma ciò è imputabile a una scelta chiara e ben definita di Cometto. L'autore infatti predilige sviluppare le sue storie con una prima parte blanda e tranquilla per poi far salire la tensione fino al delirio finale.

Tra i testi dell'editoria fantastica indipendente (e non solo) - credo di poter dire - "Cambio di stagione" è l'antologia più brillante e matura che mi sia mai capitato di leggere. Un testo che miscela narrativa fantastica a una certa atmosfera esoterica/spirituale con un tocco di contemporaneità che riflette la crisi di una società ormai giunta sull'orlo del collasso. Lettura più che suggerita per un autore che merita il grande salto nell'editoria professionista. Voto: 8.5

Nessun commento:

Posta un commento