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giovedì 4 agosto 2011

Recensioni cinematografiche: "Shadow" di Federico Zampaglione




Produzione: Italia, 2009
Genere: Horror
Regia: Federico Zampaglione
Interpreti Principali: Jake Muxworthy, Karina Testa, Nuot Arquint, Ottaviano Blitch, Chris Coppola.
Durata: 80 minuti

Commento di Matteo Mancini.


Più vicino a un mediometraggio che a un lungometraggio (il film dura circa 70 minuti), il debutto alla regia del leader del gruppo musicale melodico "Tiromancino" è di quelli che non ti potresti mai attendere.
Da sempre cultore del cinema bis, Federico Zampaglione scrive e dirige quello che, dopo "Dellamorte Dellamore" (1994) di Michele Soavi, è il più bel horror diretto in Italia negli ultimi quindici anni.
Ho letto in giro dire che "The Shadow" sembrerebbe uscito dal lotto dei mitici film nostrani anni '70; beh, credo sia riduttivo parlare in questo senso del film (io, addirittura, vedo dei richiami espliciti a "Il settimo sigillo" di Bergman).
Zampaglione, rispetto ai vari Argento, Fulci, Lamberto Bava, modernizza il genere e cita film più dell'ultimo ventennio che i classici del genere. Così l'opera parte strizzando l'occhiolino a film come "Non violentate Jennifer", unico film anni '70 di cui si sente l'aria, (con due bulli che vorrebbero violentare la co-protagonista) poi piega verso pellicole stile "Predator" e "Dog Soldier" di Neill Marshall (ambientazione nel bosco, braccati da un nemico invisibile e immersi nella nebbia) per proseguire proponendo scene (di tortura) alla "Saw" o alla "Hostel" per concludere in un modo personale e sorprendente.
I cattivi di turno mutano il loro status, passando da predatori a prede e questo avviene in un modo ben bilanciato e senza lanciare messaggi scorretti (come invece succedeva, a mio avviso, con "Il bosco fuori" di Albanesi del 2006).
Ed è proprio nell'epilogo che risiede il buono della sceneggiatura, ed è un epilogo (peraltro intriso di una poetica maledetta) che non ha precedenti nella cinematografia di genere italiana anni '70.
Notevole la regia di Zampaglione che opta per un taglio nervoso (varie riprese con la steady cam, moltissime soggettive) e in grado di valorizzare i grandi sforzi dello scenografo Bassan (grande il suo apporto sia nei fatiscenti interni che nei nebbiosi esterni) e della glaciale fotografia di Bassano. Bassissimo il ricorso alla computer grafica (per fortuna), grande bravura nella direzione degli attori.
Oltre all'immenso ballerino svizzero Nuot Arquint, già visto in pellicole quali "La passione di Cristo" e "Il Divo", che pare uscito da un romanzo gotico di fine '800 tanto da rendere disturbante la visione ogni volta che viene inquadrato, sono notevoli anche Ottaviano Blitch (una garanzia nei ruoli da bastardo, da vedere anche la sua performance in "In the market") e Chris Coppola.
Per una volta è assai qualitativo anche il doppiaggio (Dario Argento dovrebbe attingere dalla produzione di Zampaglione in questo).
Ne esce fuori una pellicola intrisa di tensione, dal grande ritmo e che ribalta di continuo la situazione ogni qualvolta la storia sembri appiattirsi su un binario già visto.
Tremendo, in senso positivo, il finale (bravo anche qua Zampaglione a centellinare il colpo nello stomaco allo spettatore). Bellissima la sequenza con Nuot Arquint a dorso nudo, con un mantello marrone sulle spalle e la falce levata in aria pronta a sferrare il colpo mortale.
Un sincero abbraccio a Federico Zampaglione (con cui ho avuto la fortuna, grazie alla pubblicazione anche di un mio racconto, di condividere il suo debutto in narrativa nell'antologia "365 racconti horror per un anno" edita da Delos Book nel 2011).
Il film ha avuto una scarsa distribuzione nei cinema (per gli stessi motivi per i quali i piccoli scrittori vengono boicottati dalla grande catena delle major), ma di esso esiste una splendida edizione in DVD che merita senza dubbio l'acquisto.
Aspetto, con trepidazione, il nuovo film di Zampaglione sperando che benefici di un budget superiore e della considerazione che è giusto prestare a chi dimostra in modo inequivocabile un certo talento. Appassionato (nella confezione) e appassionante (nella visione). Voto: 8


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