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mercoledì 29 settembre 2010

Recensione narrativa: Il Mondo Sommerso / aka Deserto d'acqua (J.G.Ballard)




Autore: James Graham Ballard

Anno di uscita: 1963

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: euro 7.50


Commento di Matteo Mancini

The drowned world” segna il debutto dello scrittore inglese James Graham Ballard (i più lo ricorderanno per “L’impero del sole” e per “Crash”, opere portate sul grande schermo rispettivamente da Steven Spielberg e David Cronenberg) nella stesura di romanzi.

Prima di scendere nel merito del libro qui oggetto di attenzione, ritengo opportuno ricordare che James G. Ballard è un autore con la "A" maiuscola, uno dei pochi del secolo passato. Inglese, con un'adolescenza turbolenta, Ballard era solito ricorrere alla fantascienza come mero pretesto per confezionare opere profonde dall'alto contenuto metaforico e simbolico. Starordinari molti suoi racconti che sono recuperabili nella trilogia edita dalla Fanucci dedicata alla sua intera "opera breve".

"The drowned world" ha visto la luce nel 1963 ed è arrivato in Italia sulle mitiche pagine della collana Urania col titolo “Deserto d’acqua”. Di recente, per la “Feltrinelli editore”, è stato riproposto col titolo “Il mondo sommerso”.

Ci troviamo al cospetto del primo dei quattro romanzi apocalittici proposti da Ballard (“Il Vento dal nulla”, “Terra bruciata” e “Foresta di cristallo” sono gli altri tre). Si tratta di un’opera non adatta a un lettore che cerca il mero intrattenimento o la pura azione. Ballard, infatti - come suo solito - intesse un soggetto metaforico (il mare come memoria del pianeta, l’acqua quasi come sangue organico portatore di ossigeno al cervello, il sole come impulso che richiama gli uomini allo stato originario da cui erano partiti, liberi da preconcetti e da vincoli) infarcito di passaggi scenografici prodigiosi per la loro poetica decadente. Sotto quest’ultimo punto di vista, memorabili e avveniristiche (per la predizione relativa al costante surriscaldamento della Terra, con relativo scioglimento dei ghiacciai) le molteplici descrizioni relative a una Londra sommersa da paludi infernali (le temperature superano i 50 gradi) e regredita, per le particolari radiazioni solari, a uno stato preistorico (i rettili sono tornati i padroni incontrastati delle giungle tropicali che avvolgono gli edifici in rovina).Interessante il continuo riferimento alle paure “genetiche” di cui l’uomo e le altre creature sembrano essere, inconsciamente, portatrici dall’alba dei tempi (vedi il terrore per i rettili). Certo, il ritmo con cui si susseguono i fatti è molto lento e, in taluni punti, pesante, tuttavia non è al divertimento a cui punta l’opera. Per quanto sopra premesso, consiglio la lettura, ma vi avviso di prepararvi a vivere una storia allucinata dove ogni aspetto è funzionale a un’analisi psicologica dell’uomo. Non adatto ai lettori amanti delle opere di genere commerciale. Voto: 6.5

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